Microperimetria

La Microperimetria  è un' indagine diagnostica non invasiva di recente introduzione nella pratica clinica che integra in un unico strumento i dati soggettivi della perimetria computerizzata e i dati oggettivi delle immagini retiniche, ottenendo misurazioni precise della funzionalità retinica e maculare.

Microperimetria Napoli


La Microperimetria  permette di studiare con precisione la funzionalità dell'area retinica interessata, fornendo così la possibilità di conoscere la relazione tra morfologia e funzione delle diverse zone della retina.
Le principali funzioni della microperimetria  sono la retinografia digitale, l'esame della fissazione e la perimetria maculare. La retinografia è l'acquisizione fotografica di un'immagine del fundus oculi. 
L'esame della fissazione determina la fissazione del paziente e lo studio della sua stabilità nel corso del tempo.
 La perimetria si esegue mediante la proiezione di una mira di fissazione stabile e una sequenza di stimoli luminosi di intensità variabile che testano la sensibilità retinica.


Microperimetria Napoli 2

La Microperimetria è attualmente utilizzata per analizzare la funzionalità della regione maculare in pazienti affetti da degenerazione maculare senile e miopica complicate con neovascolarizzazione coroideale, nell'edema maculare, nei diversi tipi di maculopatia, nel foro maculare, nelle membrane epiretiniche, nella sindrome da trazione vitreo-maculare e nelle microtropie di cui possono essere affetti i bambini.
Ripetere l'esame prima e dopo un trattamento terapeutico consente di verificare l'efficacia della cura. 
L'esame dura pochi minuti ed è richiesta la massima collaborazione da parte del paziente. Non esiste nessun effetto collaterale e nessuna controindicazione all'esecuzione del test.
Presso lo studio oculistico Avvisati è possibile effettuare la microperimetria con tomografo OTI

Esame del fondo oculare

Per esame del fondo oculare si intende l’esame della retina e del nervo ottico.

La retina umana attraverso l'oftalmoscopio

Può essere eseguito a pupilla stretta (soprattutto nei giovani miopi) avendo a disposizione degli oftalmoscopi binoculari moderni che prevedono questa funzione. Spesso però è necessario istillare un midriatico per consentire un esame approfondito dalla porzione centrale (macula) fino alla parte più periferica. L’esame può essere condotto con oftalmoscopi binoculari, o alla lampada a fessura con speciali lenti collettrici;

Lampada a fessura

Talvolta per esami più approfonditi ci si avvale dell’uso di lenti poste a contatto della cornea previa istillazione di una goccia di collirio anestetico. Oggi è possibile eseguire foto del fondo oculare con macchine molto sofisticate anche a pupilla stretta (fundus camera non midriatiche) che consentono di seguire l’evoluzione nel tempo di alterazioni retiniche in varie patologie. Nella foto la fundus camera Zeiss di cui è corredato lo studio Avvisati.

fundus camera Zeiss

Esame del fondo oculare

 

Fluorangiografia Digitalizzata

Per angiografia oculare s’intende un test diagnostico in cui grazie a speciali macchine fotografiche e all’uso di mezzi di contrasto si osserva la circolazione sanguigna presente nella porzione posteriore dell’occhio. Tramite questo esame è possibile mostrare lesioni a carico della retina e dei suoi vasi. Sia nel caso dell’angiografia con fluoresceina (fluorangiografia retinica) sia nel caso dell’angiografia con verde d’indocianina, un mezzo di contrasto colorato è iniettato nel braccio del paziente. Il mezzo di contrasto circola attraverso il sangue raggiunge l’occhio, rendendo possibile evidenziare i vasi retinici e coroideali, questi ultimi presenti piu’ profondamente rispetto alla retina. In entrambi i casi non si utilizzano raggi X o altri tipi di radiazioni potenzialmente dannose.  

Fluorangiografia Napoli

La fluoresceina è un colorante giallastro con proprietà fluorescenti già a luce visibile. Il verde d’indocianina è invece fluorescente se illuminato da raggi infrarossi invisibili. Per evidenziare questa proprietà è indispensabile una macchina fotografica digitale con gli appositi filtri, sensibili a tali lunghezze d’ona.

A cosa serve l’angiografia?
Entrambi i test sono utili per diagnosticare alcune specifiche malattie retiniche. La fluoresceina è utilizzata per visualizzare la circolazione retinica mentre il verde si presta maggiormente allo studio dei vasi oculari profondi presenti dietro la retina, nella coroide. Malattie come la retinopatia diabetica o le occlusioni vascolari retiniche si avvalgono della fluorangiografia, che evidenzia perfettamente le modificazioni circolatorie, causate dal diabete o dall’interruzione del flusso sanguigno in un vaso.  La degenerazione maculare senile essudativa, si serve invece di entrambi i coloranti utilizzati sinergicamente: della fluorangiografia per evidenziare i danni prodotti dalla degenerazione a livello retinico mentre del verde d’indocianina, per mettere in luce la presenza delle formazioni neovascolari profonde, responsabili di tale Gli esami angiografici possono poi essere molto utili per monitorare i risultati delle varie terapie effettuate sulla retina, per seguire per esempio gli effetti di un trattamento laser sulla retinopatia diabetica o di un’iniezione intravitreale nella maculopatia essudativa senile.

Fluorangiografia Napoli 2
Quali sono i rischi di un’angiografia oculare?


Sia l’angiografia con fluoresceina sodica che con verde d’indocianina sono esami molto sicuri con un basso profilo di rischio. Effetti collaterali sono rari.  Esiste tuttavia la possibilità che un determinato paziente possa essere allergico ai coloranti.  La fluoresceina non contiene iodio, pertanto non è da considerarsi pericolosa in individui con tale allergia, mentre l’indocianina, contenendo lo iodio, dovrebbe essere evitata in questi pazienti.  In questo caso è possibile usare il verde d’infracianina, privo di iodio.
Pazienti allergici ai coloranti possono sviluppare una sintomatologia caratterizzata da prurito e rash cutaneo. Questi sintomi in genere rispondono molto velocemente alla somministrazione di anti-istaminici o farmaci steroidei. Molto raramente, puo’ verificarsi una reazione anafilattica, pericolosa per la vita del paziente e che richiede un pronto soccorso immediato.
Abbastanza comune è invece un leggero e transitorio senso di nausea dopo l’iniezione del colorante.  Altro potenziale problema è a volte rappresentato dallo stravaso del colorante nella cute del paziente, a causa di un accesso venoso errato. L’accumulo extravasale del colorante puo’ determinare un fastidio per qualche giorno, unito a una lieve decolorazione della pelle.
Infine, poiché la fluoresceina è eliminata a livello renale, pazienti con insufficienza dovrebbero essere valutati con cautela prima di procedere all’esame.
Dopo l’esame è comune avere le urine gialle per ventiquattro ore. Questo fenomeno tuttavia, non comporta alcun problema.

Fonte Givre.it

Tomografia a coerenza ottica

La tomografia a coerenza ottica, o OCT (Optical Coherence Tomography), è una recente tecnica di imaging, non invasiva, che fornisce immagini ad alta risoluzione di sezioni della retina umana in vivo, permettendo la diagnosi, la stadiazione ed il follow-up di numerose affezioni retiniche.
Il potere di risoluzione longitudinale dell'OCT di nuova generazione (OCT III) è di circa 7-10 µm, ben superiore a quello di altre tecniche di diagnosi per immagine, come l'ecografia B-scan e l'oftalmoscopia a scansione laser, che forniscono rispettivamente immagini con una risoluzione di 150 e 300 µm.

tomografia corneale napoli
L'OCT (FIG. 1) funziona tramite una tecnica di misurazione ottica chiamata interferometria a bassa coerenza. Il principio di funzionamento dell'interferometria è simile a quello dell'ecografia, differenziandosene per il fatto di sfruttare la riflessione di onde luminose da parte delle diverse strutture oculari piuttosto che la riflessione delle onde acustiche. La caratteristica principale consiste nel fatto che la velocità della luce è quasi un milione di volte più veloce di quella del suono, consentendo la misurazione di strutture e distanze dell'ordine di 10 µm, contro i 100-150 degli ultrasuoni. Un'altra caratteristica importante è che l'interferometria ottica, a differenza degli ultrasuoni, non richiede alcun contatto fisico con il tessuto esaminato.
L'OCT proietta sulla retina un fascio di lunghezza d'onda nel vicino infrarosso (820 nm) generato da un diodo superluminescente; confronta quindi i tempi di propagazione dell'eco della luce riflessa dalla retina con quelli relativi allo stesso fascio di luce riflesso da uno specchio di riferimento posto a distanza nota. Benché la luce riflessa dalla retina sia composta da eco multipli, la distanza percorsa dagli stessi viene determinata tramite la variazione della distanza dallo specchio di riferimento. L'interferometro OCT rileva elettronicamente, raccoglie, elabora e memorizza gli schemi di ritardo dell'eco provenienti dalla retina. I tomogrammi vengono visualizzati in tempo reale utilizzando una scala in falsi colori che rappresenta il grado di reflettività dei tessuti posti a diversa profondità: i colori scuri (blu e nero) rappresentano zone a minima reflettività ottica, mentre i colori chiari come il rosso ed il bianco definiscono zone molto riflettenti. Infine il sistema memorizza le scansioni selezionate, permettendone la successiva elaborazione, tra cui la possibilità di correggere l'effetto dei movimenti oculari longitudinali (ma non di quelli trasversali).
L'OCT è quindi un esame semplice, rapido, non invasivo ed altamente riproducibile, ma è limitato dalla presenza di qualsiasi opacità dei mezzi diottrici (edema o leucomi corneali, cataratta, emovitreo) e dalla miosi.
Le immagini tomografiche ottenute con l'OCT permettono uno studio sia di tipo qualitativo che quantitativo del tessuto retinico, con la possibilità di dirigere la scannerizzazione direttamente verso la zona di interesse grazie alla contemporanea osservazione della retina. Dal punto di vista qualitativo su ogni scansione si può effettuare un'analisi della morfologia e del grado di reflettività degli strati retinici. Per quanto riguarda la valutazione quantitativa lo strumento permette di misurare lo spessore della retina, che può anche essere rappresentato in mappe di spessore.

Sezione tomografica della regione maculare
Nella sezione tomografica della regione maculare in condizioni normali (FIG. 2) si visualizza la caratteristica struttura retinica a strati con la depressione foveale. La superficie di separazione vitreo-retinica appare ben definita, grazie al contrasto tra l'assenza di reflettività del vitreo e la alevata reflettività dello strato delle fibre nervose più superficiali. Gli strati retinici intermedi possiedono un modesto grado di reflettività. I fotorecettori, che hanno una disposizione longitudinale, sono otticamente poco riflettenti ed appaiono come una banda scura che separa la neuroretina dal complesso epitelio pigmentato-coriocapillare di elevata reflettività. Qualche debole segnale di reflettività proviene anche dagli strati più profondi della coroide e della sclera, soprattutto nei casi di assottigliamento o atrofia del tessuto retinico.

Presso lo studio oculistico Avvisati è presente un tomografo spectral OCT/SLO di ultima generazione che consente di catturare le immagini degli strati retinici (OCT) simultaneamente ad immagini confocali del fondo (SLO).

Tale strumento  è inoltre corredato di un programma per glaucoma. Permette sia l’analisi dello spessore delle fibre nervose RNFL che l’analisi dell’escavazione della papilla dalla ricostruzione tridimensionale della testa del nervo ottico.
 
Ancora è possibile effettuare la microperimetria secondo diversi pattern. Il tracking simultaneo del fundus (basato sull’immagine SLO) consente di seguire i movimenti oculari e quindi di mantenere l’esame centrato.
È possibile inoltre sovrapporre l’esame di microperimetria alla mappa retinica consentendo pertanto di associare punto per punto l’esame funzionale a quello morfologico.

Membrane epiretiniche a foro maculare.
Attualmente l'OCT è considerato un esame strumentale complementare alla fluoroangiografia ed alla fotografia del fondo oculare per lo studio delle patologie retiniche, ma si sta sempre più sostituendo ad essi soprattutto per quanto riguarda la stadiazione ed il follow-up delle alterazioni dell'interfaccia vitreo-retinica e dei fori maculari.

Membrana epiretinica maculare
Nelle fibrosi pre-retiniche (pucker maculare) l'OCT evidenzia un aumento di reflettività della membrana limitante interna o la chiara presenza di una membrana epiretinica, sotto forma di una banda più o meno spessa, di tessuto iperriflettente adeso in uno o più punti alla superficie retinica. Le trazioni di tali membrane sulla retina vengono chiaramente documentate (FIG. 3). Si possono osservare aumento dello spessore retinico, scomparsa della depressione foveale e presenza di aree a diminuita reflettività all'interno della retina, indice di edema intraretinico.
L'OCT si è rivelato di grande utilità diagnostica e soprattutto prognostica nel caso dei fori maculari, aiutando a riconoscerne i diversi stadi evolutivi. L'OCT di un foro maculare allo stadio IV mostra una perdita di sostanza a tutto spessore, con bordi ispessiti per edema intraretinico, arrotondati e parzialmente sollevati da liquido sottoretinico (FIG. 4). 

Membrana epiretinica maculare
L'OCT risulta inoltre di grande utilità per la diagnosi differenziale con il foro maculare lamellare, non a tutto spessore, dimostrando con precisione istologica come in quest'ultimo caso la perdita di sostanza interessi solo una parte degli strati retinici interni.
L'OCT è quindi l’esame più indicato per selezionare i casi di foro maculare e di sindrome dell'interfaccia vitreo-retinica potenzialmente suscettibili di trattamento chirurgico (vitrectomia). La possibilità di misurare le dimensioni del foro maculare assume una notevole importanza a fini prognostici nella programmazione dell’intervento.

Edema maculare cistoide
Edema maculare.
L'OCT consente una semplice e sensibile diagnosi dell'edema maculare secondario a retinopatia diabetica, occlusione della vena centrale della retina, uveite, fibrosi pre-retinica o post-intervento di cataratta. In questi casi le sezioni tomografiche mostrano un aumento più o meno marcato dello spessore della retina, che può mostrare al suo interno aree tondeggianti a ridotta reflettività (FIG. 5), segno di accumulo intraretinico di liquido (edema cistoide). L'ispessimento retinico può essere quantificato e venir rappresentato in mappe di spessore retinico, di evidente utilità nel corso del follow-up del paziente.
L'OCT si è dimostrato molto più sensibile dell'osservazione biomicroscopica nel rilevare piccole variazioni dello spessore retinico. Aggiunge informazioni quantitative alla classica valutazione fluorangiografica.
Corioretinopatia sierosa centrale (CSC).
 
Distacco del neuroepitelio maculare
Nella CSC di tipo acuto l'OCT permette di valutare in modo oggettivo e quantificabile il distacco del neuroepitelio (FIG. 6) e l'eventuale presenza di piccoli distacchi dell’epitelio pigmentato associati, con la possibilità di monitorarne l'evoluzione spontanea o successiva a trattamento fotocoagulativo. Anche piccoli sollevamenti del neuroepitelio, non clinicamente identificabili all'esame biomicroscopico, possono essere evidenziati dall’OCT sotto forma di sottili bande a ridotta reflettività comprese tra il complesso EPR-coriocapillare e lo strato dei fotorecettori.
Nei casi di CSC cronica l'OCT fa rilevare alterazioni degenerative a livello dei fotorecettori fino alla loro atrofia, e può dare informazioni sulla prognosi funzionale. In alcuni casi avanzati si rileva una degenerazione cistoide del tessuto retinico maculare.

Degenerazione maculare legata all'età (AMD).
 
Membrana neovascolare croideale
Nell'AMD essudativa l'OCT può essere associato agli esami angiografici per avere ulteriori informazioni sulle caratteristiche strutturali della membrana neovascolare, sulla sua localizzazione al di sopra o al di sotto daell'epitelio pigmentato retinico e sulla presenza di attività essudativa intra e sottoretinica (FIG. 7). L'OCT fa rilevare eventuali distacchi dell’epitelio pigmentato associati alla neovascolarizzazione. L'OCT può essere particolarmente utile nel follow-up dopo terapia fotodinamica per confermare o meno l'attività essudativa di una lesione quando la fluorangiografia lascia dubbi, e per porre quindi le indicazioni ad un ritrattamento. L'OCT può essere anche utile per riconoscere e studiare strutturalmente forme particolari di neovascolarizzazione come la vasculopatia coroideale polipoide e la RAP (proliferazione angiomatosa retinica).

Fonte Fondazione per la macula Onlus

Retinografia

articolo retinografia

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