La terapia laser dei vizi di refrazione è una tecnica sempre più diffusa e sicura soprattutto con i laser di ultima generazione.
Il laser ad eccimeri emette una radiazione ultravioletta con lungezza d’onda di 193 nanometri che permette di eseguire una fotoablazione del tessuto corneale di estrema precisione consentendoci così di modificare la curvatura corneale cioè di “modellarne” la forma come fosse una lente in modo da compensare i difetti di refrazione quali la miopia, ipermetropia ed astigmatismo. Sarà così possibile eliminare a vita gli occhiali e le lenti a contatto.
Come si svolge la chirurgia con laser ad eccimeri?
Prima di tutto è opportuna una visita oculistica completa che ci permette oltre che di esaminare la refrazione (N.B. nei giovani è necessario, nel caso della miopia, che ci sia una stazionarietà della refrazione, cioè che non sia stato necessario sostituire gli occhiali, da almeno 1.5 anni) anche di escludere eventuali patologie oculari associate.
Successivamente ci si incontra presso il centro laser, nel giorno ed all’ora convenuti, dove le ortottiste provvederanno ad eseguire tutti gli esami preliminari nonché una “simulazione” al computer del laser del trattamento che andremo ad eseguire. L’intervento dura pochi minuti per occhio a seconda della tecnica utilizzata (PRK o femto-LASIK).
I pazienti possono normalmente mangiare e bere prima dell’intervento. E’ opportuno non essere truccate e profumate (i vapori del profumo possono interferire col raggio laser). E’ necessario avere un accompagnatore perché dopo il trattamento la fotofobia (occhiali da sole!) non consentono di guidare.
E’ mia abitudine di solito eseguire il trattamento su entrambi gli occhi nella stessa seduta operatoria.
E’ necessario eliminare l’uso delle lenti a contatto per circa 30 giorni prima del trattamento.
Quali sono i risultati della chirurgia laser dei vizi di refrazione?
Abbiamo ormai un’esperienza di oltre 20 anni e possiamo dire che, soprattutto con le macchine di ultima generazione, le possibili complicanze sono molto rare.
E’ fondamentale però affidarsi a chirurghi molto esperti ed a centri altamente specializzati con macchine di ultima generazione perché i risultati siano ottimali.
Questa chirurgia è molto macchina-dipendente e oggi l’aggiornamento tecnologico continuo richiede costi di gestione elevati cui solo strutture complesse possono stare dietro. Bisogna pertanto diffidare delle proposte “low-cost” di alcuni network oggi molto alla moda.
La laser trabeculoplastica selettiva è utilizzata nel trattamento del glaucoma in modo sicuro ed efficace per ridurre la pressione intraoculare in un'unica procedura ambulatoriale.
L’SLT può essere una efficace aggiunta alla terapia farmacologica non più efficace o può utilizzata come trattamento primario per ridurre o eliminare la necessità di farmaci anti- glaucoma, insieme ai loro effetti collaterali sistemici.
L’SLT sembra rispettare maggiormente il tessuto trabecolare rispetto alla tecnica precedentemente utilizzata, la ALT (argon laser trabeculoplastica)
In alto a sinistra la foto in microscopia elettronica del trabecolato dopo SLT, ed a destra dopo ALT; qui si apprezzano le alterazioni cicatriziali indotte dal laser termico, mentre nella precedente si osserva una assoluta integrità del tessuto trabecolare.
L’SLT utilizza un avanzato sistema laser che ha per obiettivo specifico solo quelle cellule del trabecolato angolare che contengono melanina, un pigmento naturale. Ciò permette di stimolare esclusivamente queste cellule e di lasciare intatto il tessuto circostante. Come conseguenza della stimolazione laser selettiva, si attivano dei meccanismi di reazione del tessuto trabecolare che portano ad aumentare la sua permeabilità all’umor acqueo e, quindi, ad un abbassamento della pressione oculare.
Vantaggi della SLT
La SLT è un’opzione di trattamento per la maggior parte dei pazienti. A causa della sua natura non distruttiva, a differenza della terapia laser tradizionali, può essere utilizzata per le seguenti condizioni:
Il laser è un raggio di luce di una particolare lunghezza d’onda capace di veicolare energia. I laser non sono tutti uguali, anzi, secondo le caratteristiche, trovano diversi impieghi in ambito oculistico e medico in generale. Per esempio il laser ad eccimeri, che si utilizza per trattare la superficie corneale a scopo di correggere la miopia, è completamente differente dal laser argon, utile per trattare la retina.
Argon Laser: E’ utilizzato per trattare la retina. Questo tipo di laser ha lo scopo di coagulare la retina. Ogni spot di questo laser a livello retinico produce una piccola cicatrice e conseguentemente un piccolo punto di non visione.
Perche’ un simile trattamento è impiegato per trattare le malattie della vista?
In alcune condizioni retiniche come il diabete, le occlusioni venose o altre affezioni, puo’ essere necessario distruggere del tessuto retinico danneggiato, per salvaguardare quello ancora sano.
Per esempio nella retinopatia diabetica proliferante, a causa delle alterazioni subite dal microcircolo vascolare, gran parte della retina si trova in uno stato d’ipo-ossigenzaione. I vasi sanguigni cioè sono danneggiati e non trasportano piu’ ossigeno e altri nutrienti, o lo fanno in maniera insufficiente. Questo comporta l’ischemia e la morte del tessuto interessato. Per risposta a questa mancanza di ossigeno la retina danneggiata stimola la produzione di alte quantità di VEGF, un fattore di crescita, responsabile della formazione di nuovi vasi sanguigni.
I nuovi vasi sanguigni tuttavia non sono ben strutturati, anzi sono piccoli, fragili e inclini al sanguinamento. Possono comportare un esteso danneggiamento di tutta la retina. Al fine di evitare il fenomeno descritto, il trattamento laser distruttivo della retina ischemica, fa in modo che la produzione di alte quantità di VEGF non avvenga, riducendo o eliminando del tutto il rischio che si formino i nuovi vasi.
Un altro ruolo del laser è nella cura dell’edema maculare. Piccoli spot laser, bruciando i microaneurismi responsabili dello stravaso di fluido, favoriscono il riassorbimento dell’edema.
Mentre l’efficacia del laser nel prevenire la neovascolarizzazione retinica è molto elevata, lo stesso puo’ dirsi circa l’edema maculare.
In questi casi, l’efficacia è parziale e non sempre soddisfacente. Per questo, ora, nei casi di edema maculare legato ad alterazioni vascolari retiniche, il laser è sempre piu’ affiancato dall’uso dei farmaci anti-VEGF a iniezione intravitreale.
Infine il laser trova un impiego fondamentale nella prevenzione e trattamento del distacco retinico. In un paziente che si presenti con una rottura retinica periferica, il rischio di distacco di retina è infatti molto alto. Un barrage laser del difetto, blocca il distacco sul nascere,
Quando invece un distacco si è purtroppo gia’ verificato, il laser è eseguito in sede d’intervento chirurgico una volta riattaccata la retina, per impedirle di distaccarsi nuovamente.
Il trattamento laser, salvo quello intraoperatorio, è eseguito al livello ambulatoriale con una lampada a fessura modificata. Non richiede in genere anestesia, se non quella topica. E' infatti necessario apporre sulla cornea del paziente una lente a contatto, capace di focalizzare i raggi laser nel punto desiderato.
In genere si tratta di un trattamento ben tollerato, benché sia possibile avvertire dei piccoli colpi ogni qualvolta è sparato uno spot.
Complicanze di questo trattamento sono molto rare e dovute a un uso improprio, o eccessivo.
Raramente puo’ insorgere un’emorragia intraoculare per rottura di un vaso.
Non è raro che a seguito di estesi trattamenti si formi una membrana epiretinica sulla macula, responsabile di effetti secondari anche a distanza di molto tempo dal trattamento laser che l’ha provocata.
Tratto da GIVRE
YAG laser
E’ un laser che ha la caratteristica di distruggere il tessuto bersaglio, pertanto è chiamato laser fotodistruttivo o laser freddo.
Viene utilizzato fondamentalmente per due patologie: la cataratta secondaria ed il glaucoma ad angolo stretto o chiuso.
Cataratta secondaria
La cataratta secondaria consiste nella opacizzazione, a distanza di tempo variabile da un intervento di cataratta, della capsula posteriore del cristallino naturale, che, lasciata in situ, serve per sostenere il cristallino artificiale; un trattamento con laser YAG determina una apertura nella zona centrale della capsula opaca, realizzando così un recupero della chiarezza visiva che si era progressivamente persa. L’intervento (capsulotomia) si effettua in ambulatorio: il paziente è seduto davanti all'apparecchio laser. Un’anestesia oculare locale con gocce rende possibile l’applicazione di una lente sull’occhio utile per focalizzare il raggio laser.
Trattandosi di un intervento laser, sono possibili complicanze intraoperatorie e postoperatorie cioè che si verificano durante o dopo l’operazione.
Complicanze intraoperatorie (molto rare):
Complicanze postoperatorie gravi:
Iridotomia laser
L’iridotomia laser è una procedura chirurgica che consiste nell’eseguire un foro a tutto spessore nel tessuto irideo per trattare il glaucoma ad angolo chiuso , una condizione di aumento della pressione oculare che è causato da un improvviso ( glaucoma acuto ad angolo chiuso ) o lentamente progressivo ( glaucoma cronico ad angolo stretto ) blocco della normale circolazione dell’umore acqueo all'interno dell'occhio . Il blocco avviene in corrispondenza dell’angolo della camera anteriore che è formato dalla giunzione della cornea con l'iride; la chiusura dell’angolo impedisce all’umore acqueo di raggiungere il trabecolato sclero-corneale che è la sede del deflusso.
L’umore acqueo è prodotto nei corpi ciliari , che si trovano dietro l'iride . Rilasciato continuamente nella camera posteriore dell'occhio esso passa attraverso la pupilla in camera anteriore e defluisce attraverso il trabecolato situato nell’angolo irido-corneale. La chiusura dell’angolo comporta un aumento improvviso e notevole della pressione oculare.
In un occhio normale l’iride è solo in parziale contatto col cristallino situato posteriormente; in alcune persone l’occhio può presentare delle anomalie congenite come la camera anteriore più stretta con l’iride più vicina al cristallino al quale può aderire creando un blocco pupillare
Lo scopo di un iridotomia laser è quello di consentire una compensazione della pressione tra la camera anteriore e posteriore. Una volta che l’ iridotomia laser è completata , il fluido intraoculare fluisce liberamente dalla camea posteriore a quella anteriore dove viene drenato attraverso il trabecolato . Il risultato di questa chirurgia è una diminuzione della IOP.
L’iridotomia viene anche eseguita:
Complicanze intraoperatorie:
Complicanze postoperatorie:
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